La cappella posta sul confine della nostra parrocchia con Castellanza, che Goffredo da Busserò nel sec. XIII ricorda come dedicata a s. Protaso, è menzionata come “Orator campestre dei santi Gervaso e Protaso” negli Atti della Visita pastorale compiuta da s. Carlo Borromeo il 18 febbraio 1582.
L’accostamento dei nomi dei santi Martiri milanesi, le cui reliquie furono trovate nel 386 da s. Ambrogio, è cosa tanto naturale, che facilmente ha indotto il relatore della Visita a dedicare la nostra chiesetta ad entrambi.
Nella lettera, già citata, che s. Carlo scrisse al prevosto Cardani, dopo le disposizioni per l’oratorio di s. Genesio surriferite, il Borromeo aggiunse: “Il medesimo della chiesa di s. Gervasio et Prothasio”.
Il successore del primo Borromeo, l’arcivescovo Gaspare Visconti, visitò la nostra parrocchia il 21 luglio 1586 e “la chiesa campestre dei ss. Gervaso e Protaso, situata presso il villaggio; in rovina (ruinosa), priva di tetto e senza altare”.
Un decennio dopo, nel 1597, mons. Aurelio Averoldo, visitatore delegato, costatata la irreparabile decadenza della cappella, ordinò: “I due oratori di s. Protaso e di s. Genesio, come risulta da informazioni prese altra volta, non hanno redditi coi quali possono essere restaurati; siano pertanto demoliti e il loro materiale serva alla riparazione della chiesa parrocchiale”.
Noi abituati ad altri sistemi, ci possiamo meravigliare di dover leggere le stesse disposizioni emanate nel 1604 dal card. Federico Borromeo, che fu in Visita pastorale ad Olgiate, e, nel 1641, dopo la Visita di mons. Carlo Andrea Bassi.
Un ventennio dopo, don Onofrio Rossi, canonico di s. Stefano in Milano, avanzò pretesi diritti di proprietà sulla “chiesa dirocata di s. Protaso nel territorio di Olgiate Olona, et suo sito”; siamo nel 1666. La proprietà della nostra cappella, che “ha muralie ancor sussistenti” e del terreno annesso è rivendicata alla parrocchia dal Capitolo Estrinseco in questi termini: “Pare che non vi sii luogo di poter sostenere l’usurpazione pretesa di quel sito, essendo peraltro il Popolo d’Olgiate in possesso d’andarvi processionalmente ogni anno nelle Litanie Magiori, a farvi la Statione, in memoria et ad onore di quei Santi Martiri, eletti anticamente compatroni di questo Popolo. Che se fosse eseguita vendita effettiva di quel sito sarebbe stato dal compratore proveduto in altro modo, e ridotto a coltura, il cui contrario prova il stato presente”.
Di questa cappella non mi fu dato trovare in seguito altre notizie; gli Atti delle Visite pastorali non ne fanno alcun cenno, forse perché essendo fuori di mano non fu vista personalmente dai visitatori.
Dimenticata dagli Olgiatesi, essa scomparve; oggi la ricorda, sul confine meridionale della parrocchia, un tabernacolo (m. 2X2) che conservava nell’immagine del santo patrono e della Madonna di Caravaggio l’espressione delicata del pennello di Biagio Bellotti.
Scheda tratta da "Olgiate Olona e la sua Pieve", Eugenio Cazzani, pagg. 335-338-339, Saronno, Scuola Grafica "P.Luigi Monti", 1985